La Filaria

Che cos’è la Filariosi Cardiopolmonare

La filariosi cardiopolmonare è una patologia sostenuta dal parassita Dirofilaria immitis ed é ampiamente diffusa nelle nostre zone. Caratteristica peculiare di questa patologia è la trasmessione tramite un vettore: il parassita infatti viene veicolato nell’animale sano da un insetto (la zanzara) che pungendo il nostro animale potrà trasmettere il patogeno. Lo spettro d’ospite, cioè gli animali che possono essere colpiti, sono il cane domestico e alcuni canidi selvatici, ma non sono esclusi il gatto ed il furetto.

Nell’immagine sopra si può osservare la presenza e la diffusione della filariosi cardiopolmonare in Italia

Ciclo biologico

Il ciclo biologico del parassita è piuttosto complesso, ma può essere suddiviso in due parti. La prima parte del ciclo si svolge all’interno della zanzara: le microfilarie mutano a larve di primo stadio (L1) per poi diventare larve di secondo stadio (L2) ed infine di terzo stadio (L3), le quali andranno ad infestare l’animale sano.
Infatti queste larve si vanno a localizzare a livello di ghiandole salivari della zanzara, la quale, pungendo l’ospite e nutrendosi del suo sangue, trasferisce le L3 allo stesso. Negli animali coinvolti si svolge così la seconda parte del ciclo: inizialmente le larve di terzo stadio si localizzano a livello di sottocute dove rimangono fino allo stadio di L4 e di L5 per poi iniziare il processo di migrazione attraverso i fasci muscolari fino a penetrare attivamente nel circolo venoso e ad andare a localizzarsi a livello di arteria polmonare. In questo grosso vaso diventano adulti infettanti ed iniziano ad accoppiarsi producendo numerose microfilarie, le quali a loro volta verranno risucchiate dagli insetti vettori per ricominciare il ciclo.

Quali sono i sintomi

La filariosi cardiopolmonare è una malattia cronica che coinvolge primariamente i polmoni e le arterie polmonari conseguentemente alla localizzazione dei parassiti adulti in questi principali distretti.
Il cuore viene interessato solo nelle fasi finali della malattia con gravi conseguenze per l’organismo come lo sviluppo di grave ipertensione polmonare e insufficienza cardiaca.
Molti soggetti possono manifestare i sintomi clinici diversi mesi o anni dopo aver contratto la malattia.

I sintomi clinici che più comunemente si possono osservare sono:

  • Tosse,
  • Difficoltà respiratorie,
  • Affanno soprattutto dopo gli sforzi,
  • Sincopi (perdite transitorie dello stato di coscienza),
  • Aumento delle dimensioni dell’addome in seguito alla formazione di versamento addominale (insufficienza cardiaca congestizia).

Come prevenirla

Essendo una malattia veicolata dalle zanzare, questa patologia assume una maggiore importanza nel periodo primaverile/estivo, data la grande presenza dell’insetto. Inoltre sono proprio il clima caldo e umido che permettono al parassita di svilupparsi; non sono però da sottovalutare durante il periodo autunnale/invernale ambienti ad elevata umidità e clima mite, poiché potenzialmente anche questi luoghi permettono lo sviluppo del parassita e la resistenza del suo vettore nell’ambiente.
Data quindi l’enorme diffusione del parassita e del suo vettore è cruciale il ruolo della prevenzione. La profilassi si esegue attraverso la somministrazione di farmaci appartenenti alla classe dei lattoni macrociclici. Questi farmaci possono essere somministrati e sono presenti in diverse formulazioni e tipologie: il medico veterinario consiglierà la miglior profilassi a seconda del caso. I farmaci impiegati hanno come target le larve infestanti prima che evolvano in adulti, per cui, svolgono un effetto retroattivo di circa due mesi rispetto la loro somministrazione.
La profilassi si può eseguire anche sui cuccioli a partire dalle 8 settimane di età in modi e tempi che verranno decisi dal Medico Veterinario curante.
Oltre ai farmaci che agiscono sulle larve è sempre buona prassi abbinare un prodotto repellente/insetticida che vada a diminuire la probabilità di essere punti dalle zanzare. Nel caso in cui non si effettui una corretta profilassi è di fondamentale importanza verificare la negatività dell’animale alla parassitosi tramite un test sul sangue, poiché in caso di positività l’intervento medico tempestivo diventa l’arma principale per evitare danni a lungo termine.
La terapia, infatti, varia a seconda del grado di positività dell’animale, cioè al suo grado di infestazione. Il test di screening ematico va effettuato nel periodo primaverile per poter avere una miglior fotografia dello stato sanitario dell’animale poiché va a ricercare gli antigeni del parassita adulto, i quali possono necessitare anche di 6 mesi per manifestarsi.

Cosa fare in caso di positività

Una volta diagnosticata la Filariosi cardiopolmonare gli accertamenti diagnostici importanti da effettuare sono:

  • Radiografia del torace: le radiografie del torace sono importanti per individuare e quantificare i danni provocati dalle larve adulte in seguito alla loro migrazione all’interno dei vasi polmonari,
  • Esame ecocardiografico specialistico: l’ecografia permetterà di individuare i parassiti adulti all’interno delle strutture cardiache, di quantificare il numero di questi e di valutare la presenza di eventuali conseguenze sulla sua funzionalità.

Nel caso siano presenti queste alterazioni è importante eseguire non solo una cura nei confronti della Filariosi cardiopolmonare, ma anche una specifica terapia cardiologica.

  • Esami del sangue: l’infezione parassitaria può causare delle ripercussioni a carico di vari organi: gli esami del sangue, così come gli altri accertamenti diagnostici ci permetteranno di impostare la terapia più appropiata.

Presso il Centro Veterinario Montecchio siamo a disposizione per rispondere a qualunque domanda, effettuare test diagnostici, curare e consigliare come prevenire al meglio questa patologia presente da anni nel nostro territorio.

Bibliografia: Linee guida Escaap 2014 – Immagini tratte da: malattiedeicani.it e filariosi.it

2024-02-05T16:26:52+00:00 marzo 11th, 2020|News|